Best practice SEO per Demandware: tutte le principali problematiche relative a SFCC.
Salesforce Commerce Cloud, conosciuto anche come SFCC o con il precedente nominativo Demandware (è in pratica lo stesso CMS rinominato dopo che Salesforce lo ha acquisito nel 2016), è una delle piattaforme di e-commerce più solide ed efficienti presenti oggi sul mercato.
Mentre CMS come WooCommerce e Prestashop soddisfano ottimamente le esigenze delle piccole e medie imprese e negozi fisici che puntano all’apertura di un’e-commerce, SFCC è invece la soluzione ideale per le grandi realtà, sia brand che rivenditori, che operano online, per diverse ragioni, alcune delle quali riguardano anche gli aspetti SEO come vedremo in questo articolo.
L’elenco delle realtà che si sono affidate a questa piattaforma cresce di giorno in giorno e comprende i più importanti brand di abbigliamento come Adidas, Golden Goose, Puma, brand del settore home design come Flos, Lumens, e del settore Beauty come Sephora e L’Oreal ma anche numerosi rivenditori che operano a livello internazionale.
Sebbene la piattaforma offra di base diverse opzioni di ottimizzazione SEO agli sviluppatori, essendo completamente custom, non sempre chi si occupa dello sviluppo è in grado di implementare correttamente le best practice SEO: per questo motivo è opportuno coinvolgere un’agenzia SEO già in fase di progettazione, in modo da condividere con gli sviluppatori tutti i SEO requirements della piattaforma.
Ci sono infatti alcuni aspetti peculiari di SFCC di cui tener conto per far sì che il risultato finale sia il più possibile aderente alle logiche SEO.
Un’ottima conoscenza della piattaforma dal punto di vista SEO è indispensabile, quindi, per fornire agli sviluppatori delle indicazioni precise e dettagliate, facendo distinzione tra gli interventi che possono essere gestiti direttamente tramite il back end di Salesfoce e quelli che richiedono invece degli sviluppi custom.
Indicazioni SEO mirate per Salesforce in fase progettuale garantiscono un maggiore supporto per gli sviluppatori e si traducono quindi in una riduzione dei costi degli sviluppi SEO per il cliente finale.
Tralasciando per il momento le strategie di posizionamento più avanzate che potremo approfondire in un secondo momento, riportiamo in questo articolo un elenco non esaustivo delle tematiche SEO fondamentali di cui tener conto pe rendere la piattaforma Salesforce Commerce Cloud ottimizzata per i motori di ricerca e fronteggiare le problematiche SEO più comuni.
- Gestione della struttura dell’URL
- Gestione dei titoli e meta description basata su regole
- SEO internazionale su Salesforce Commerce Cloud
- Core web vitals e Salesforce Commerce Cloud
- Internal linking
- Mappa del sito XML
- Ottimizzazione del crawl budget
- Gestione redirect
- Gestione prodotti fuori produzione
- Conclusioni
Gestione della Struttura dell’URL
Così come la maggior parte dei CMS, Salesforce Commerce Cloud consente di generare URL parlanti, prive di parametri e quindi search engine friendly.
La struttura dell’URL di base infatti, se non ottimizzata presenta numerosi parametri e variabili, in base al catalogo o alle varianti di prodotti: è quindi importante definire a priori una struttura di URL ideale dal punto di vista SEO, UX, e perché no, tenendo conto anche delle esigenze di mappatura e tracciamento, per le pagine di prodotto, categoria, marchi e contenuti editoriali.
Ad esempio, nel caso di un rivenditore di abbigliamento sportivo come Nike potremo ritrovarci ad avere URL di questo tipo:
www.example.com/?prefn1=brand&prefv1=Nike
Che possono essere riscritti e ottimizzati facilmente in questo modo:
www.example.com/sneakers/nike
È inoltre possibile definire le regole di formattazione degli URL in modo da avere URL pulite, senza “spazi” , con “—“ e/o con caratteri speciali che lo renderebbero poco leggibile anche dal punto di vista UX.
Attraverso il modulo URL di Business Manager è quindi possibile impostare facilmente gli URL delle pagine di categoria, sottocategoria, marchi e prodotto.
Salesforce Commerce Cloud reindirizzerà automaticamente (con redirect 301) dalla sua struttura nativa al formato preferito e segnalerà eventuali URL duplicati.
Gestione dei titoli e meta description basata su regole
È risaputo ormai che tutte le pagine di un sito dovrebbero avere dei tag title e meta description personalizzati ed univoci.
SFCC consente una gestione ottimale dei tag title e meta tag dando la possibilità di impostare delle regole personalizzate per ogni tipologia di pagina.
Questa funzionalità è potenzialmente molto utile dal punto di vista SEO non solo per gestire le pagine principali (PDP, PCP, PLP) ma anche per ottimizzare al meglio le pagine generate attraverso le Faceted Search (filtri), e ottenere visibilità per aree semantiche specifiche e molto pertinenti.
Torniamo al nostro esempio di un rivenditore di abbigliamento sportivo, che presenta nel proprio catalogo diversi marchi e diverse tipologie di prodotto: una strategia SEO sicuramente vincente sarebbe quella di puntare a ottenere visibilità sui motori di ricerca per tutte le combinazioni di Categoria Prodotto+Marchio presenti nel proprio catalogo:
Ogni link al filtro Marchio su Salesforce genera un nuovo URL come questo:
www.example.com/?prefn1=brand&prefv1=Nike
Sebbene l’URL sia univoco, per impostazione predefinita su SalesForce Commerce Cloud, il tag title e la meta description erediteranno i metadati della pagina principale, generando così delle duplicazioni, che generalmente vengono canonizzate verso URL principale per evitare problemi di duplicazione.
Gestendo invece le regole di formattazione dei title e description, potremo avere non solo un URL ottimizzato in base alla combinazione di filtri, ma anche meta tag e title personalizzati per quell’attributo (in questo caso ad esempio “Scarpe Nike”).
Allo stesso modo questa impostazione può essere utile per un brand di abbigliamento sportivo come ad esempio PUMA, che potrà essere interessato invece a intercettare al meglio le esigenze dei propri clienti espresse attraverso i motori di ricerca.
Es.
URL: https://eu.puma.com/it/it/uomo/scarpe/sneakers?prefv1=Nero&prefn1=refinementColor
Quest’URL al momento risulta canonizzata verso la URL principale (https://eu.puma.com/it/it/uomo/scarpe/sneakers) e quindi non è indicizzabile:
ottimizzando le URL generate d queste combinazioni è possibile ottenere quindi visibilità sui motori di ricerca per le ricerche di prodotto legate al colore, alla forma e al modello ecc.
Questo è sicuramente uno delle strategie SEO più efficaci per un e-commerce sviluppato in Salesforce e non solo (vedi anche Shopify, Magento): che si tratti di un brand o di un retailer, consente di allargare la visibilità sui motori di ricerca per tutte le aree semantiche legate alla propria offerta, andando a intercettare ricerche che generalmente vengono espresse da utenti con una forte propensione all’acquisto, perché interessati a un determinato prodotto, di quel colore, di quella forma ecc.
Ma attenzione, l’apertura dei filtri va progettata in maniera mirata e controllata: devono essere aperti ai motori di ricerca solo le combinazioni che generano listing di almeno 2-3 prodotti), così come deve essere impedita l’indicizzazione di attributi multipli o di filtri non rilevanti dal punto di vista SEO in quel caso specifico (Es. taglia, misura, ecc.).
Oltre a definire le regole per la generazione automatica di title e description (e h1), si dovrà avere inoltre sempre (e su Salesforce Commerce Cloud è fattibile) la possibilità di sovrascrivere i Tag title e le meta description manualmente, perché la generazione automatica non sempre risulta impeccabile e l’output può non essere del tutto in linea con le nostre aspettative. Ad esempio, un problematica che emerge di frequente soprattutto nella lingua italiana riguarda gli accordi di genere e di numero tra prodotto e attributo.
Queste specifiche combinazioni vanno gestite dinamicamente o sovrascritte manualmente.
SEO internazionale su Salesforce Commerce Cloud
Una delle caratteristiche principali che rende la piattaforma Salesforce Commerce Cloud perfetta per gli store di grandi dimensioni è la possibilità di concentrare la gestione delle varianti internazionali in un’unica struttura base gestita in cloud, denominata “Core Model”.
Questo è sicuramente un vantaggio perché consente di scalare facilmente la gestione (e quindi anche le attività SEO) per ogni singolo country, con un consistente risparmio di tempo e sviluppi: ma è altrettanto vero che una gestione SEO multiregione e multilingue non corretta di Salesforce Commerce Cloud può causare danni anche molto gravi sui motori di ricerca.
Senza una dovuta configurazione SEO, il rischio più grave che si può correre ad esempio è di ritrovare il proprio sito indicizzato per una versione in lingua/country diversa da quella in cui si vive l’utente che effettua la ricerca, con conseguenze molto negative sul conversion rate.
Come anticipato, SFCC consente di centralizzare la gestione multisito sotto un’unica architettura comune chiamata Master Architecture. Questo significa che una parte fondamentale del codice sorgente, e quindi anche le ottimizzazioni SEO, vengono applicate automaticamente a tutte le versioni linguistiche. Sono però possibili anche delle implementazioni specifiche per singola country se necessario.
Fornire delle linee guida SEO per la gestione e-commerce internazionale su Salesforce è essenziale e queste indicazioni vanno condivise già in fase di sviluppo e pianificazione dell’e-commerce.
Tra le principali tematiche SEO legate alla gestione internazionale ritroviamo:
- La definizione dei parametri hreflang all’interno dei tag head nelle pagine del sito, rispettando le guidelines fornite da Google
- La definizione corretta dei parametri “lang” nel codice html
- La gestione della codifica dei caratteri speciali per le diverse lingue
Core web vitals e Salesforce Commerce Cloud
Entriamo ora nel dettaglio delle prestazioni e della velocità delle pagine del sito: risulta ormai di dominio pubblico che i Core web vitals sono diventati per Google ufficialmente dei fattori di Ranking a partire da maggio 2021.
Risulta quindi fondamentale per gli e-commerce che utilizzano la piattaforma SFCC ottimizzare i tempi di caricamento e le performance.
Chiaramente, trattandosi di una piattaforma che si basa su sviluppi custom, è essenziale coinvolgere le figure IT e designers nel processo di ottimizzazione delle performance, anche qui meglio se in fase preliminare.
Sicuramente, uno degli interventi più semplici ed efficaci è la minimizzazione dei file HTML, CSS e Javascript, che serve a rimuovere lo spazio non necessario per aiutare a caricare le pagine più velocemente.
Altri semplici suggerimenti da mettere in pratica per ottimizzare al meglio i tempi di caricamento e le performance di un sito web su CMS Salesoforce/Demandware possono essere i seguenti:
- Ottimizzare le dimensioni e il peso delle immagini
- Utilizzare una CDN (Content Distribution Network) in modo da bilanciare meglio le richieste ed alleggerire il server
- Abilitare la compressione gzip
- Analizzare le risorse js e css richiamate nel template e valutare l’opportunità di rimuovere quelle inutilizzate
Sebbene esistano diverse varianti sviluppate da terzi, PageSpeed Insights resta il tool di eccellenza per monitorare i miglioramenti e tenere sotto controllo le metriche principali legati ai core web vitals.
Internal linking
La gestione dei collegamenti interni è di fondamentale importanza per aiutare gli spider dei motori di ricerca a navigare in profondità un sito, arrivando ad indicizzare tutti i contenuti e le schede prodotto, anche quelle meno raggiungibili dai menu di navigazione.
I link interni possono essere inseriti nei classici menu presenti nell’ header e footer, ma anche nel contenuto, tramite anchor testuali o immagini, ecc.
L’implementazione delle breadcrumbs è sicuramente una best practice essenziale per favorire l’internal linking ed è facilmente implementabile su Salesforce.
SalesForce offre inoltre anche altre interessanti possibilità per gli e-commerce di gestire l’internal linking in maniera efficace ed efficiente, anche lato business: esistono ad esempio prodotti come Einstein basati sull’intelligenza artificiale, o integrazioni di terze parti come Bloomreach, che consentono di aggiungere dinamicamente collegamenti interni a prodotti correlati, basandosi sulle caratteristiche dei prodotti, marchi e categorie che l’utente intende acquistare. Questo oltre a favorire gli aspetti SEO, migliora ovviamente anche l’esperienza di navigazione su un e-commerce, consentendo all’utente di interagire con più pagine del sito scoprire prodotti o marchi simili.
Mappe del sito XML
Salesforce Commerce Cloud offre la possibilità di suddividere le sitemap XML in base al tipo di contenuto: prodotto, marchio/categoria o pagine contenuto (guide, contenuti ispirazionali, FAQ e così via).
È inoltre possibile con delle impostazioni avanzate su business Manager, aggiornare dinamicamente le sitemap considerando soltanto le pagine canoniche ed escludendo tutti i filtri non indicizzabili, i prodotti fuori produzione, errori 404, 500 ecc.
Facendo questa suddivisione si può impostare una priorità di scansione diversa in base alle caratteristiche delle pagine. Ad esempio, si può fare in modo che le pagine dei prodotti vengano scansionate più spesso rispetto alla pagina “statiche” creando una sitemap dedicata esclusivamente agli URL dei prodotti e impostando una priorità elevata.
C’è da dire che di recente Google ha affermato di non tener più conto delle indicazioni sulla frequenza e priorità di scansione indicati nelle sitemap XML. Resta comunque un metodo molto efficace per fare delle valutazioni, tramite Search Console, sulle diverse tipologie di pagine e individuare prontamente problemi legati alla scansione e indicizzazione delle pagine (Es. numero elevato di 404, pagina canonica scelta dal motore diversa da quella impostata dall’utente ecc.).
Allo stesso modo, è possibile creare delle sitemap XML per immagini e video: in questo caso, in base alla collocazione fisica di questi contenuti, potrebbe essere necessario generare l’XML per contenuti media in modo non nativo su SFCC, utilizzando strumento di terze parti come Screaming Frog: in questo modo però la sitemap sarà statica e sarà necessaria aggiornarla periodicamente.
Ottimizzazione del crawl budget
Gli e-commerce con un catalogo molto vasto e numerose categorie di prodotti possono avere un numero potenzialmente elevato di pagine: se consideriamo tutte le varianti di dettaglio prodotto, pagine delle categorie, pagine dei brand e altre di contenuto, moltiplicati per tutte le lingue, un sito Salesforce Commerce Cloud può facilmente arrivare a contare migliaia di URL, con un impatto non indifferente sulle risorse di crawling degli spider dei motori.
Diventa quindi fondamentale fare in modo che gli spider di Google durante la scansione del nostro sito web siano indirizzati il più possibile verso le pagine di maggiore interesse per noi.
Gli accorgimenti da adottare possono essere diversi: tra questi è da considerare una corretta impostazione del file robots.txt, che su Salesforce può essere configurato manualmente senza particolari sviluppi.
Questo modulo è particolarmente utile per impedire ai motori di ricerca di eseguire la scansione di combinazioni di URL infiniti seguendo ad esempio tutte le combinazioni possibili dei filtri, selezioni multiple ecc.
Ricordiamo, infatti, che impedire la scansione di pagine non rilevanti del proprio sito è fondamentale per aiutare Google a dedicare più tempo agli URL che hanno valore.
Esempio di regole pe il file robots.txt per Salesforce:
In questo modo si eviterà di far perdere tempo agli spider dei motori su URL di cui non è necessario eseguire la scansione (es. pagine del servizio clienti, account, faceted URL non utili per la SEO).
Impostare correttamente il file robots.txt non è l’unico modo per ottimizzare il crawl budget: per minimizzare lo spreco di risorse da parte degli spider di Google può essere utile, ad esempio, inserire un attributo rel “nofollow” nei link che puntano alle URL non indicizzabili o canonizzate, così come gestire correttamente l’utilizzo dei canonical e prevedere metatag noindex follow/nofollow direttamente nell’head della pagina.
Gestione dei redirect
Un tema molto importante su Salesforce, e in generale per tutti gli e-commerce, riguarda sicuramente la gestione dei redirect, che dal punto di vista SEO è uno degli aspetti più delicati e rischiosi, soprattutto in fase di restyling e di migrazione di un sito.
Non essendo disponibile ovviamente .htaccess, su Salesforce sono disponibili altri metodi per gestire correttamente i redirect: in particolar la piattaforma offre 3 moduli differenti per gestire i redirect, con caratteristiche e modalità di gestione diverse:
- URL Redirects
- Static Mapping
- Dynamic Mapping.
Il primo rappresenta il sistema più potente: i reindirizzamenti effettuati con URL redirect hanno la precedenza sulle regole di mappatura statica o dinamica e quindi ne influenzano direttamente il comportamento.
Questo modulo consente di reindirizzare URL, ID, mantenendo anche i parametri UTM. I redirect possono essere eseguiti manualmente o in maniera massiva tramite un’importazione XML.
Il secondo sistema (secondo anche in ordine di priorità) è definito “Static Mapping” risulta invece particolarmente utile per effettuare una migrazione SEO da altre piattaforme verso SFCC
Le regole di gestione dei redirect si basano su questi parametri:
Nota: i redirect vengono effettuati verso gli ID Salesforce e non verso una URL, è quindi necessario avere una mappatura completa di tutti gli id che identificano le diverse tipologie di pagina.
- Dynamic Mapping
Dei tre moduli è quello con la priorità più bassa: consente di creare regole di reindirizzamento generiche e valide per gruppi di pagine. Risulta utile ad esempio per evitare che nessun URL indicizzata della vecchia piattaforma (come pagine di prodotto non mappate) venga dimenticata e generi un errore 404.
Gestione Prodotti fuori produzione
Ultimo tema, ma certamente non meno importante, riguarda la gestione delle URL dei prodotti fuori produzione.
Il dubbio amletico di fondo è sempre lo stesso: in questi casi è meglio restituire un 404
o reindirizzare l’URL verso la pagina del brand o di categoria?
Altra opzione intermedia sarebbe lasciare la pagina raggiungibile agli utenti, avvisandoli che il prodotto non è più disponibile.
Dal punto di vista SEO tutte e tre le soluzioni sono praticabili, con alcuni pro e contro che possono dipendere dalle caratteristiche del sito e dalla vastità del catalogo:
- 404: se i prodotti hanno un ciclo di vita molto rapido e possono terminare da un momento all’altro, una pagina 404 personalizzata potrebbe essere l’opzione migliore. Chiaramente la pagina dovrà essere realizzata in modo da fornire all’utente delle alternative in modo da ridurre il tasso di rimbalzo.
Si potrebbe fornire ad esempio un elenco di prodotti simili o mostrare le categorie di prodotti principali e più venduti. - Redirect 301: dal punto di vista SEO, reindirizzare l’URL del prodotto non più disponibile verso il brand o categoria principale sarebbe l’opzione ideale, ma anche questa soluzione non è semplice da gestire nel caso di un catalogo prodotti molto ampio o con un ciclo di vita molto breve.
- Status 200: continuare a pubblicare la pagina del prodotto fuori produzione (come se fosse disponibile) consentirà di mantenere la visibilità nei risultati di ricerca ed evitare i 404, ma questo ovviamente rischia di compromettere l’esperienza di navigazione dell’utente, con conseguente abbandono: così come nel caso della pagina 404 sono necessari quindi anche in questo caso degli accorgimenti on page per cercare di rendere comunque fruibile il contenuto, aggiungendo contenuti pertinenti, link a prodotti o marchi simili, prodotti più venduti ecc.
Conclusioni
Salesforce Commerce Cloud è sicuramente una soluzione ideale per gli e-commerce di aziende di grandi dimensioni e multinazionali che puntano a massimizzare la propria visibilità sui motori di ricerca in ambito internazionale.
Seguire questi consigli sopra riportati è sicuramente un buon punto di partenza, ma ovviamente non è sufficiente rispettare le best practice per ottenere il miglior risultato possibile: per sfruttare al meglio le potenzialità di questo CMS è indispensabile affidarsi a dei professionisti esperti di SSCC, con una conoscenza approfondita della piattaforma quindi ma allo stesso tempo in grado di coniugare le caratteristiche di Salesforce con le esigenze di visibilità di un e-commerce, sia che si tratti di un brand che di un rivenditore.
In Sembox abbiamo sviluppato negli anni una forte expertise SEO per gli e-commerce, acquisendo le competenze trasversali necessarie per affiancare i nostri clienti al meglio sia nella fase di nuova implementazione che di gestione SEO di un e-commece basato su Salesforce Commerce Cloud.
Per maggiori approfondimenti sull’argormento leggi anche:
- Consulenza SEO per il mondo e-commerce
- Case study SEO su Salesforce
- Seo per ecommerce
- Seo per Shopify
Ultimi progetti SEO seguiti con piattaforma SalesForce Commerce Cloud:
- FLOS: shop.flos.com
- Golden Goose: goldengoose.com
- B&B Italian: shop.bebitalia.com/en/us/
Autore:
Carmine D’Ambrosio
HEAD of SEO
at SEMBOX