1. Contenuti creati per gli esseri umani, non per i bot
Nel 2021 Google ha rilasciato un aggiornamento molto importante denominato “Helpful Content Update” mediante il quale si cerca di premiare il contenuto realmente di “Valore” per l’utente.
Semplificando possiamo dire che il valore di un testo è legato essenzialmente alla capacità di rispondere in modo esaustivo alle domande degli utenti. Su questo punto Google sta puntando molto, considerando anche lo sviluppo e la sempre maggiore introduzione del modulo People Also Ask, all’interno dei suoi risultati. Quindi tradotto in operatività, vengono premiati contenuti che siano facili da capire e interpretare e che rispondano, in maniera diretta, alle domande degli utenti
Sempre per la stessa logica, testi costruiti secondo la vecchia logica del creare contenuti molto lunghi, con una forte presenza e frequenza di parole chiave al proprio interno, non è più ben vista. Ad aiutare quindi Google nell’analisi dei testi si aggiungono i parametri di UX (engagement rate, tempo di permanenza, CTR del risultato, ritorno alla pagina dei risultati dopo aver visitato il contenuto, ecc.)
2. Creazione contenuti mediante tool di AI
La produzione di contenuti, oltre ad essere vissuta come un costo dalle aziende, è spesso stata orfana di un vero responsabile. Chi deve produrre i contenuti? Il team di comunicazione? I responsabili dei prodotti? Chi si occupa della customer care e ha modo di individuare i bisogni e le esigenze dei clienti?
L’avvento di ChatGPT e Google Bard è prepotentemente entrato in questo scenario fornendo un validissimo aiuto alla produzione dei contenuti.
Negli ultimi mesi sono aumentate in modo significativo il numero di servizi/tools che permettono il dialogo tra la keyword research (cosa ricercano gli utenti) e la produzione automatica di contenuti. Certo non viene azzerato l’intervento umano ma una cosa è rivedere dei contenuti (comunque scritti bene) e una cosa è realizzarli da zero. Per le aziende e per le agenzie SEO, significa grande risparmio di tempo a fronte del mantenimento o incremento della qualità delle informazioni.
3. Massima importanza al CTR (Click Through Rate)
Il CTR diventa molto importante per 2 motivi principali:
- La percentuale tra visualizzazione e click è un chiaro indicatore della percezione che l’utente ha del risultato. Un CTR alto indica all’algoritmo di Google che il risultato proposto è ritenuto altamente in linea con la ricerca effettuata.
- La prima porzione della pagina dei risultati è sempre più ad appannaggio di box di risultati sponsorizzati e/o informativi (Google People Also Ask). Questo significa che a parità di posizionamenti e visibilità nei risultati naturali di ricerca, dobbiamo aspettarci un calo del CTR è un volume di visite minori al sito. Questo fenomeno è particolarmente vero in relazione alle ricerche generiche. Per questo motivo, una strategia SEO di successo non deve e non può basarsi unicamente su poche ricerche, ma deve puntare ad ottenere una visibilità allargata che include il più vasto volume di termini specifici.
4. La link building continua ad essere importante anche nel 2023
Nonostante i molti proclami, con l’obiettivo di spaventare il mercato e scoraggiare la pratica dell’acquisto dei link, e i molti sforzi fatti da Google per individuare link artificiosi, il suo algoritmo resta ancora molto dipendente dal profilo di backlink di un sito.
Le logiche di analisi dei contenuti così come quelle di analisi dei link evolvono di anno in anno, ma al momento non si è individuato un altro fattore che, al pari dei link e delle citazioni che un sito riceve dall’esterno, possa indicare a Google l’effettiva importanza dello stesso.
Certo tattiche come l’acquisto di massa di link su directory costruite ad hoc o attraverso tools che inseriscono collegamenti ipertestuali nei commenti dei blog, sono ormai tramontate da tempo.
Al contrario la pubblicazione legittima di articoli di content marketing su siti di qualità che linkano un dominio web, non possono essere oggetto di penalizzazioni.
5. SEO local e Google My Business
La presenza delle schede di Google my Business all’interno dei risultati di ricerca è sempre più frequente. In passato i risultati di questo tipo venivamo mostrati unicamente se la ricerca indicava chiaramente una località (es: ristoranti Milano).
Ora, complice la navigazione da mobile, Google include sempre più spesso i risultati locali anche in corrispondenza di ricerche caratterizzate dall’assenza di indicazioni locali, in quanto la posizione dell’utente viene desunta direttamente mediante GPS.
Per le aziende, non solo realtà locali, che sono attive mediante punti di vendita fisici, diventa fondamentale prevedere una corretta gestione della scheda di Google My Business, anche mediante aggiornamenti periodici della stessa.
6. Intento di ricerca e UX
Tutto ruota intorno al migliorare l’esperienza dell’utente. Abbiamo già parlato di Google E-A-T, ossia dell’insieme delle informazioni che Google utilizza per capire la qualità dei tuoi contenuti (Expertise, Athoritativeness, Trustworthiness) . A questo si aggiunge la volontà di premiare i contenuti che rispondono ad intenti precisi di ricerca (come abbiamo visto nel punto 1) e il conseguente sviluppo dei Google People Also Ask .
Le regole di scrittura dei contenuti per la SEO (ne abbiamo parlato qui), le tecniche di UX e di analisi dei dati devono lavorare in piena sinergia con le attività di Digital PR e content marketing, per creare un contesto nel quale l’importanza e l’autorevolezza di un dominio web venga comunicata nel migliore dei modi a Google Bot.
7. Conclusioni – SEO 2023
Tecnicamente: il sito deve essere pensato e sviluppato per la navigazione mobile, non deve presentare problemi di prestazioni e deve essere caratterizzato da una struttura di link che permetta a Google di raggiugere agevolmente tutti contenuti. La struttura di link deve indicare in modo chiaro quali sono le pagine più importanti (quindi più linkate) e le pagine meno importanti.
Contenuti: Diventa sempre più importante capire esattamente i comportamenti di ricerca degli utenti e creare contenuti che soddisfino i loro bisogni. Dai contenuti creati bisogna saper creare una struttura di link capaci di valorizzare le pagine principali (categorie, prodotti, servizi) e di accompagnare l’utente nel percorso di conversione.
Off site: focus sulla pubblicazione di contenuti di qualità da condividere su altri portali e sugli account social, in modo da creare un contesto di valore attorno al sito/brand da promuovere.