Rendere il tuo sito web più autorevole agli occhi del motore di ricerca, fornire informazioni attendibili agli utenti, aumentare la qualità e la quantità delle interazioni con i tuoi contenuti, far sì che gli utenti riconoscano il tuo sito come fonte autorevole nel tuo settore.
Nel 2015 Google ha riassunto il tutto con un acronimo: E-A-T, ovvero Expertise, Athoritativeness, Trustworthiness (competenza, autorevolezza, credibilità).
Non parliamo di un vero e proprio fattore di ranking, quanto più di un insieme di best practice che possono fare davvero la differenza nella tua content strategy.
Verso la fine del 2022, l’acronimo è stato arricchito con una E in più, che sta per Experience, diventando E-E-A-T.
Queste best practice sono riassunte nelle Google’s Quality Raters’ Guidelines, in cui sono elencati in modo ultra dettagliato tutti i parametri con cui il motore di ricerca valuta i contenuti di un sito. Si tratta di un documento consultabile da chiunque, che viene aggiornato da Google mediamente due volte l’anno.
In queste linee guida è possibile trovare ogni tipo di informazione su cos’è Google E-A-T e cosa vuol dire per i tuoi contenuti.
Expertise, Athoritativeness, Trustworthiness
Partiamo da un’analisi dell’acronimo. Cosa intende Google quando parla di competenza, autorevolezza e credibilità, e perché questi concetti sono strettamente interdipendenti tra di loro.
Expertise
Quando parliamo di competenza ci riferiamo alla competenza dell’autore o del publisher dei contenuti di un sito web. Si tratta di un concetto strettamente legato alla fiducia che gli utenti attribuiscono a quel contenuto.
Questo perché, quando gli utenti ricercano informazioni sul web, vogliono affidarsi a fonti attendibili e sicure, dove hanno la garanzia di trovare informazioni pertinenti e affidabili. In altre parole, vogliono che le risposte alle proprie query vangano fornite da chi possiede sicuramente le conoscenze e le competenze necessarie per trattare un argomento.
Per chiarirlo con un esempio, se fossi intenzionata a stipulare una polizza assicurativa, reputerei molto più autorevoli delle guide e articoli firmati da consulenti assicurativi, piuttosto che contenuti di stampo più generalista o pubblicati su portali non verticali sul mondo delle assicurazioni.
È importante che all’utente sia chiaro fin da subito che chi sta parlando è qualcuno che ha una professionalità e una conoscenza di settore consolidate.
Le strategie di guest blogging, ad esempio, ruotano proprio attorno a questo concetto: aumentare la fiducia dei propri lettori invitando blogger con una propria autorevolezza in una nicchia, a scrivere per il proprio sito.
Athoritativeness
La nozione di autorevolezza si riferisce alla notorietà e alla reputazione di chi scrive.
È chiaramente un concetto legato alla competenza che l’autore di un contenuto deve avere per essere riconosciuto come “autorevole”. Costruire una propria autorevolezza sul web si concretizza prima di tutto nell’acquisizione di backlink.
Il primo criterio che i motori di ricerca impiegano per riconoscere un sito come autorevole è valutare il profilo di backlink, in termini di qualità e quantità di link esterni acquisiti.
È importante, quindi, che i link che atterrano sulle pagine del nostro sito provengano sempre da publisher che operano nello stesso settore e/o che pubblichi contenuti pertinenti con i nostri.
Trustworthiness
Il concetto di affidabilità è forse quello meno compreso di tutti, che in parte riguarda il sentiment dei post o dei contenuti in cui viene citata la mia azienda e linkato il mio sito. In altre parole, il modo in cui si parla di un business, la sua reputazione sul web, serve a determinare se un’azienda sia affidabile o meno.
Che l’affidabilità di un brand o un attività sia a tutti gli effetti un fattore di ranking, è ormai un dato di fatto; ma il metodo e gli elementi utilizzati da Google per determinarlo sono ancora argomento di discussione e ci sono pareri contrastanti a riguardo.
Ciò che sappiamo con certezza è che la credibilità è sempre legata alla precisione dei dati forniti, all’aggiornamento costante sulle novità di settore, alle raccomandazioni che vengono da altri stakeholder del settore.
Da E-A-T a E-E-A-T
Come detto poc’anzi, Google ha recentemente aggiornato il concetto di EAT, arricchendolo con una E in più.
In questo contesto, assume una nuova rilevanza l’esperienza di prima mano (first hand experience), un concetto che si concretizza, ad esempio, nel fornire dati empirici e citare case study, analizzati nel corso del proprio percorso professionale.
Dimostrare attraverso la creazione di contenuti sul sito, la propria esperienza nel settore è molto importante per costruire un rapporto di fiducia con il lettore.
Questa fiducia dipende proprio dal fatto che al lettore viene in qualche modo assicurato che la qualità del contenuto di cui sta fruendo, può essere garantita da un creator che ha una lunga e comprovata esperienza in quel settore.
YOUR MONEY YOUR LIFE
Il concetto di Google EAT assume particolare rilevanza nel caso di siti web che trattano contenuti cosiddetti Your Money Your Life, espressione che definisce tutti quei temi più delicati, come la salute, la gestione finanziaria, le assicurazioni, e su cui le persone sono molto più esigenti in termini di qualità e affidabilità delle informazioni.
Se prima Google aveva una lista ben definita degli argomenti che rientravano sotto la definizione YMYL, dalla finanza alle informazioni legali, dall’igiene mentale alla nutrizione e così via, dopo uno degli ultimi aggiornamenti delle sue Quality Rater Guidelines, questa nozione risulta slegata da topic specifici e connessa, invece, a qualsiasi argomento considerato “a rischio” nel caso in cui vengano fornite informazioni sbagliate.
Nelle linee guida di Google, ad oggi, si fa molto più riferimento alle nozioni di welfare e benessere, puntando il dito contro tutti quei contenuti che possono avere un impatto negativo sulla vita delle persone e che generano disinformazione, a cominciare dalle teorie del complotto e dalle fake news.
Nella tabella di seguito, fornita proprio da Google all’interno della documentazione ufficiale, sono efficacemente riepilogate queste casistiche:
Strategia SEO EEAT friendly: cosa non può mancare
Quindi a questo punto la domanda è: come rendere i nostri contenuti più EEAT friendly?
Ecco alcuni suggerimenti per essere più conformi ai criteri di qualità di Google:
- Scrivere contenuti per rispondere alle domande degli utenti.
Capire cosa cercano le persone su un argomento e creare dei contenuti per soddisfare esigenze reali è la chiave per costruire un autorevolezza nel settore.
Un mezzo molto efficace per farlo è il box delle People Also Ask, che permette di intercettare facilmente le domande più frequenti legate a una query. - Pubblicare solo contenuti di qualità
Includere nei tuoi articoli dati, grafici, tabelli, immagini, documentazioni ufficiali, file multimediali e altri tipi conferisce autorevolezza tanto agli occhi degli utenti quanto a quelli dei motori di ricerca. - Migliora l’esperienza utente
Fai in modo che le persone che visitano il tuo sito abbiano un’esperienza di navigazione fluida e senza interruzioni. Monitora e ottimizza costantemente le prestazioni della tua piattaforma, i tempi di caricamento e il design. - Investi sul profilo di backlink
Ottenere link in entrata di qualità e da domini che hanno a loro volta un’autorevolezza in un campo che ci interessa, è il primo passo per costruire una credibilità - Ottimizza i contenuti per i motori di ricerca
Avere un buon posizionamento sui motori di ricerca significa riuscire a presidiare efficacemente un’area semantica. Questo è possibile solo lavorando sulle parole chiave, sulla struttura dei contenuti e dell’internal linking, per orientare il lavoro di scansione e lettura del croawler - Affidati sempre ad esperti SEO e Content Strategist
Non improvvisare nella pubblicazione di contenuti sul tuo sito perché sono e saranno sempre di più il biglietto da visita del tuo business. Fatti affiancare da consulenti esperti di SEO e content creation e che ti guidino nella definizione di una strategia vincente per il tuo sito.
Autore
Federica D’Arpa
SEO & copy writing Specialist
at Sembox